Leggendo l'articolo dell'amico LL ho cominciato a riflettere sui paralleli tra oggi e l'11 settembre. Paralleli di borsa naturalmente.
Devo dire che stavolta non sono d'accordo con Luca, e provo a spiegare il perchè.
11 Settembre:- la caduta avvenne per un fatto traumatico gravissimo, ma estraneo alla borsa e all'economia, che di fatto rimaneva intatta. Mentre l'impatto a livello mondiale fu sostanzialmente psicologico
- la crisi economica iniziata nei mesi precedenti aveva toccato soprattutto i titoli tecnologici da anni in bolla speculativa. un settore importante, ma sostanzialmente non rappesentativo dell'intero paese
- gli altri settori erano solidi e l'economia non era così gloabalizzata
- il dollaro era forte
- le materie prime sostanzialmente basse
- l'inflazione sotto controllo
- deficit federale = 0, cioè stato in attivo
La borsa stava correggendo gli eccessi della bolla internet e stava scendendo già da più di un anno:
- il massimo di 11700 era stato toccato nel gennaio 2000
- poi era rinasta in range laterale per oltre un anno e mezzo con minimo di 9500 del marzo 2001 e massimo di 11300 del 14 maggio 2001
- poi di nuovo discesa fino al 10 settembre 2001 (96o5 chiusura)
- poi la borsa rimase chiusa per tre giorni e poi tocco il minimo il 17 settembre (8235 chiusura)
- 8 ottobre 2001 il DJ chiudeva a 9344
- 11 marzo 2002 ritornava al massimo di 10607
- 30 settembre del 2002 toccava il picco della crisi con il minimo di 7528
Un po' di percentuali:
il 17 settembre 2001 l'indice perdeva il 29,6% dal massimo del gennaio 2000 e il 27% dall'ultimo massimo di maggio 2001 e il 14% rispetto al giorno prima della tragedia. L'8 ottobre (pochi giorni dopo) l'indice aveva recuperato in percentuale il 13% e si era riportato in linea con il precedente minimo di marzo 2001. E' evidente che scontato l'impatto psicologico l'indice ritornò a riflettere il sentiment economico e per questo disegnò quel poderoso v che tutti ricordano. poi riprese gli alti e bassi consueti e oltre un anno dopo tocco il minimo assoluto(-35% dal massimo)
Oggi:
- La crisi è molto grave perchè tocca il settore immobiliare (patrimonio di tutte le famiglie USA) e tocca tutto il settore finanziario/assicurativo. La crisi ha dunque un impatto diretto sui consumatori americani che vedono calare il valore dei loro patrimoni immobiliari e sul credito che si riduce.
- il dollaro è già fortemente svalutato
- materie prime ai massimi
- deficit federale già elevato
- inflazione (a parte la bufala del "core") già elevata
- globalizzazione ai massimi storici, con USA, UK e Spagna come grandi importatori netti mentre Cina India Giappone e Germania sono esportatori netti, e adesso USA e UK si stanno fermando;
- borse asiatiche immature e forse in bolla speculativa
- sistemi bancari in Cina e India non trasparenti, e forse pieni di incagli non dichiarati
Aggiungiamo che siamo al capolinea di un ciclo ininterotto di rialzi che dal minimo del settembre 2002 (7500) ha portato il DJ al massimo di 14164 il 9 Ottobre 2007 (+ 88%)
Oggi il DJ ha chiuso a 11971 (-15,4%) dai massimi (molto lontano dal -27% del famoso 11 settembre). Sostanzialmente riflette il movimento fatto dal mercato all'inizio della crisi dei titoli internet e nel periodo in cui anticipò la piccola recessione di 2 trimestri consecutivi.
Conclusioni
Se consideriamo che non c'è stato nessuna causa esogena (non economica) e che la crisi è reale, non credo proprio che dobbiamo aspettarci una ripartenza stile post 11 settembre. Vedo piuttosto un'altalena di alti e bassi (nella migliore delle ipotesi) anche violenti ma non un +13% in 10 giorni come allora. Nella peggiore delle ipotesi (esempio fallimento di banche, peggioramento utili etc..) vedo ancora forti ribassi. Ricordatevi che il P/E che conta è quello atteso, e se i consumatori americani smettono di consumare molte aziende vendono meno del loro break even e gli utili diventano perdite in un battibaleno e allora saranno dolori per tutti i titoli ciclici.
Aggiungo un elemento nuovo: la grande interrelazione tra Asia e USA, allora meno importante, ma oggi che tutti sperano che siano Cina e India a fare i motori dell'economia anche le reazioni dei mercati Asiatici diventeranno fondamentali, e se anche loro crollano addio sogno di "decupling".