La sintesi del problema liquidità
Lo spettro della lira
di: Alessandro Penati Pubblicato il 11 novembre 2011| Ora 09:37
Il crollo dei titoli di Stato di mercoledì è il segno evidente che l'Italia è ormai entrata in crisi di liquidità. Più che il rendimento del decennale oltre il 7% (o lo "spread" oltre i 500 punti), è stato il crollo dei prezzi dei Bot a 12 mesi a indicare che si è passati a uno stadio molto più grave della crisi. Mercoledì, a un certo punto gli intermediari erano disposti a comperare il Bot annuale solo a un rendimento del 10% (8,6% in chiusura).
Qui la speculazione non c'entra: non ci sono derivati per vendere Bot allo scoperto. E la dimostrazione che, se la Bce non interviene, non ci sono compratori per il debito pubblico italiano. Questa si chiama crisi di quidità: lo Stato ha sempre maggiori difficoltà a finanziarsi sul mercato ed è costretto a pagare tassi crescenti, che riducono la sostenibilità del debito, rendendo più probabile una ristrutturazione, e aumentando così il rischio per gli investitori. L'aumento del rischio innalza il margine di garanzia richiesto per finanziare le posizioni in titoli di Stato, rendendo il costo dell'investimento proibitivo. Un circolo vizioso che in breve tempo porta all'espulsione dello Stato dal mercato dei capitali.
A questo punto, anche se il gettito fiscale bastasse a coprire le spese, la crisi di liquidità diventerebbe di insolvenza perché bisognerebbe comunque pagare gli interessi sul debito esistente e rinnovare quello in scadenza (quasi 300 miliardi l'anno prossimo). Tagliata fuori dal mercato, l'Italia sarebbe costretta a ricorrere all'aiuto dell'Europa e degli organismi internazionali, condizionato però a misure di austerità e a un piano di ristrutturazione del debito; oppure a dichiarare default unilateralmente, e uscire dall'euro. E il film già visto in Grecia.
Quello che è successo mercoledì indica quanto il mercato ritenga concreto il rischio di una crisi di insolvenza dell'Italia nei prossimi 12 mesi. Folle illudersi che la crisi si sia allontanata solo perché ieri il Tesoro è riuscito a collocare Bot annuali al 6,2% e il decennale è ritornato sotto al 7%: sono tassi comunque insostenibili, e la discesa dei rendimenti è stata frutto degli interventi della Bce, direttamente sul mercato secondario, e indirettamente, finanziando le banche a costi irrisori affinché sottoscrivessero i Bot in asta. Finché la domanda deve essere drogata dalla Bce perché lo Stato possa finanziarsi, la crisi di liquidità permane; e il rischio che si trasformi in insolvenza, pure.
Come evitare che l'Italia entri in una crisi di insolvenza? Primo: capire che si passa dalla crisi di liquidità all'insolvenza in pochi mesi; perché l'aiuto della Bce può essere efficace solo se è temporaneo. Secondo: basta con le favole tranquillizzanti alla Tremonti, gli appelli populistici a "sottoscrivere i Btp per la Patria," o le fantasie di una "soluzione finale" per il debito, con impraticabili prestiti forzosi o patrimoniali; ma spiegare con chiarezza che un'economia stagnante e una spesa corrente (al netto degli interessi) che da 15 anni cresce più rapidamente del Pil sono incompatibili con la nostra permanenza nell'euro. Terzo: prendere i 39 punti della lettera dell'Europa, le tante proposte di riforma già scritte (nelle Considerazioni Finali della Banca d'Italia, quelle a "costo zero" di Boeri e Garibaldi, e altre ancora), trascriverle in leggi e decreti così come sono e approvarle. Quarto: approvarle subito.
E' improbabile che questo governo lo faccia di qui a domenica: dovrà farlo il prossimo, nelle settimane successive. L'effetto annuncio di un governo Monti non basterà per uscire dalla crisi: al massimo ci farà guadagnare un po' di tempo. Se agli annunci questa volta non seguono rapidamente i fatti, questione di mesi e sarà crisi di insolvenza, chiunque sia il primo ministro.
Quinto, l'adozione delle misure richieste è condizione necessaria per uscire dalla crisi, ma non sufficiente. Ci vuole tempo per recuperare la credibilità e far tornare gli investitori internazionali a comperare spontaneamente il nostro debito, invece di quello tedesco (solo così si riduce lo spread). Lo dimostra l'Irlanda che ha subito tagliato drasticamente la spesa pubblica corrente, e agito dal lato dell'offerta mantenendo le imposte societarie basse per attirare gli investimenti diretti dall'estero (nel primo semestre, più di Germania e Francia assieme), strumentali a rilanciare le esportazioni, e trainare l'economia. Così, ha ridotto il rendimento del suo decennale dal picco del 14% all'odierno 8%. Ma ancora troppo per essere sostenibile: il ricorso al mercato dei capitali le è ancora precluso e deve fare affidamento sui fondi ufficiali del piano di salvataggio. Come pure le banche irlandesi, che hanno nella Bce l'unica fonte di finanziamento.
Lo scenario fa paura. Ma quello che più mi spaventa è una classe politica che sembra preoccupata principalmente a come posizionarsi per trarre il massimo vantaggio dalle prossime elezioni, fra qualche mese. Come se bastassero pochi mesi per uscire dalla crisi di liquidità in cui siamo entrati (senza aver ancora fatto nulla per uscirne). Non ho ancora capito se siano dei pericolosi cretini, che non si rendono conto di quanto stia succedendo e pensano veramente che default, ristrutturazione e uscita dall'euro siano solo fantasie (o propaganda terroristica). O se siano cinici giocatori d'azzardo, convinti di poter fare melina perché, di fronte al rischio di una nostra svalutazione, che inonderebbe l'Europa del made in Italy, la Germania cessi il bluff e chieda alla Bce di trasformarsi in compratore di ultima istanza del nostro debito, ponendo fine alla crisi finanziaria.
Peccato che la Germania sia convinta che non prenderemo mai misure di austerità e non faremo le riforme, se non con i tassi al 9% che ci metterebbero con le spalle al muro. Come nel "gioco del pollo": due auto lanciate una contro l'altra, per vedere chi ha più paura, e sterza per primo. Spesso finisce con uno scontro frontale. Ma qui stanno giocando sulla pelle di tutti gli italiani.
19 Comments:
"Peccato che la Germania sia convinta che non prenderemo mai misure di austerità e non faremo le riforme"
non avete fatto le riforme fino ad ora. e adesso é tardi. i risultati si vedono dopo molti anni.
se adottaste le misure di austerity, i risultati sarebbero quelli della grecia: sono aumentati i debiti e l´economia é peggiorata, con un conseguente deterioramento del debito.
una volta rotto il taboo che nessun paese puó uscire dall´euro e nessun paese dell´eurozona puó fallire, i mercati includono questo rischio nel prezzo dei titoli. quindi, i rendimenti bassi di prima sono finiti. e con questi rendimenti, non c´é verso che ne salitate fuori.
ai paesi forti conviene gestire la spaccatura ora, piuttosto che essere coinvolti ancor di piú nella vostra catastrofe.
e alla germania a questo punto conviene rompere l´euro. il prof. wilhelm hankel spiega chiaramente quali sarebbero i vantaggi. il materiale é prevalentemente in tedesco, ma c´é anche qualcosa in inglese, su fb, yt e sul suo sito.
conta solo il punto di vista della germania. voi non siete nella condizione di decidere piú niente. dovrebbe essere chiaro ormai.
By Anonimo, at 4:10 PM
Senti..... toglimi una curiosità, anzi due:
1) Sei italiano, tedesco o cosa altro?
2) da cosa ti derivano tute le tue sicurezze incrollabili.... tipo adesso conta solo la Germania...... o voi non ci potete fare più niente..... etc...BCE?
Sei strategist di Goldman Sach?
O sei semplicemente uno iettatore di dimensioni macro?
By duca, at 6:18 PM
Volevo dire..... sei nel board della BCE?
By duca, at 6:20 PM
Dimenticavo?
La Merkel è una pedina anche lei, per giunta nemmeno troppo furba. In questo momento il pallino in mano lo hanno ancora gli USA, sono loro che hanno creato la crisi, loro che la pilotano e saranno loro a decretarne la fine. Purtroppo noi europei ne usciremo con le ossa rotte e tutti più poveri......crucchi compresi.
E sai perchè? perchè i Teteschi sono bravi ad applicare le regole, invece gli Yenke sono bravissimi a driblarle e spesso se le creano a loro uso e consumo.
Tutto questo non ha niente a che fare con i fondamentali dell'economia ma è solo una grande partita mediatica dove si crea il panico ad arte e i polli perdono.
In ogni caso il fine ultimo è lo screditamento, se non la distruzione dell'euro affinchè lo USD rimanga l'unica moneta di riferimento del mondo, permettendo così agli USA di pagare le materie prime con carta straccia e mantenendo così il cronico disavanzo commerciale.
Io dico che la Merkel e Sarkozy sono anche loro dei burattini perchè credono o dicono di credere nei fondamentali(almeno la Merkel, Sarkozy no)ma i mercati hanno logiche completamente diverse e timing che seguono logiche proprie.
By duca, at 6:39 PM
6:39
sono sostanzialmente d´accordo con te.
tutto l´occidente sta andando in miseria. ci sono problemi di fondo nel sistema che sono comuni. il centro del potere economico, politico e (presto anche) militare si sta spostando altrove. ma c´é una gerarchia e alcuni paesi sono in una posizione migliore nel breve.
anche sul dollaro hai ragione: gli usa hanno interesse a mantenere il dollaro al centro del sistema--anche quando nel dollaro non ci crede piú nessuno. l´euro é l´unica possibile alternativa. spezzarlo x loro é meglio che indebolirlo.
se la merkel va avanti cosí, perde. e porta la germania al disastro economico e sociale.
d. 1) boh! ho vissuto in diversi paesi.
d. 2) vedo i rapporti di forza...
"iettatore di dimensioni macro?" no. continuare cosí é peggio anche per l´italia.
By Anonimo, at 7:00 PM
tutto plausibile. ma non sono i cattivoni americani a non aver fatto nulla per dieci anni. nel buco ci siamo ficcati da soli. poi è chiaro che chi ha interesse ad affossare, affossi.
By Anonimo, at 11:33 PM
se non ci sono soldi l'unica cosa da fare è non spendere.
Punto.
quindi occorre tagliare la spesa di almeno il 70% già da domani.
il resto sono chiacchiere, non si possono spendere soldi che non esistono
By Anonimo, at 9:18 AM
"se non ci sono soldi l'unica cosa da fare è non spendere.
Punto."
é piú complicato di cosí.
la spesa pubblica é determinante nell´economia italiana. se la tagli e basta, crollano le entrate fiscali, la gente perde il lavoro e non ha piú prospettive.
se tutto l´occidente fa cosí contemporaneamente, ti puoi immaginare le conseguenze.
vanno tagliate spese inutili. bisogna modificare le regole in modo da rendere il sistema piú efficiente e competitivo (in italia servono riforme a 360 gradi). cioé, mentre tagli spese e posti di lavoro improduttivi, bisogna creare condizioni che permettano a queste risorse di essere impiegate altrove. altrimenti arrivi alla bancarotta e alla rivoluzione.
solo che questi interventi danno frutti dopo molti anni. e ora non c´é piú tempo.
quindi, per evitare il collasso del sistema, bisogna intanto stampare soldi, monetizzare il debito.
ma questo approccio é disastroso per la germania e alcuni altri.
quindi, la soluzione é di spezzare l´euro e intraprendere le politiche piú adatte alle condizioni di ciascun paese.
l´uscita dall´euro dell´italia o della grecia avrebbe conseguenze molto pesanti. e non ha senso.
molto meglio sarebbe se la germania uscisse. é piú gestibile per la germania un apprezzamento della valuta che per la grecia una dracma che nessuno vuole. rimanendo l´euro in mezza europa, la svalutazione sarebbe minore. il sistema finanziario potrebbe rimanere intatto e anche escludere il default, gestendo poi il rischio di cambio (stampando soldi si evita il default, ma la moneta si svaluta--peró piú lentamente che con una improvvisa ed irreversibile bancarotta).
nik
By Anonimo, at 1:43 PM
dici? Per me una germania fuori dall'euro con una valuta che si rivaluta pesantemente la metterebbe fuori gioco subito...... I crucchi hanno costruito l'Euro per avere un mercato interno (l'Europa) vastissimo da dominare..... senza l'euro non esporterebbero più le loro automobiline...etcc...
By duca, at 2:41 PM
eh, infatti molti gruppi industriali hanno lobby che non vogliono l´uscita dall´euro.
solo che non vogliono neanche l´inflazione e non vogliono neanche che i paesi indebitati vadano in bancarotta...
é un po´ un problema. rimangono solo alternative sgradevoli.
secondo me, questa sarebbe la minore. e per la germania avrebbe anche qualche vantaggio.
il debito in euro, ad esempio, si svlauterebbe, senza neanche doverlo pagare. la valuta che si apprezza permetterebbe di importare dai paesi euro a costi bassi, tenendo quindi bassa l´inflazione. i capitali che si sposterebbero in germania servirebbero a ricapitalizzare le banche e a finanziare a tassi bassi le ditte tedesche--che avrebbero un ancor maggiore vantaggio relativo rispetto ai concorrenti.
le ditte tedesche poi potrebbero comprare asset e ditte nei paesi euro a prezzi stracciati creando linee di fornitura a prezzi bassi. aiuterebbero quindi i paesi euro comprando prodotti e investendo, invece che prestandogli soldi, e creerebbero solide basi per se stesse.
l´impatto sull´export, poi, ci sará in ogni caso. i paesi che devono implementare l´austerity non potranno comunque importare le automobiline dalla germania come facevano prima. solo che nel secondo modo la ripresa arriverebbe prima e la germania potrebbe avere una posizione in europa ancora piú forte.
le lobby contro la moneta forte c´erano state anche in passato. ma la moneta solida non ha danneggiato la germania. anzi.
la gente in germania preferirebbe questo. ma non é detto che i politici lo facciano...
nik
By Anonimo, at 4:14 PM
problemi strutturali, partendo da un esempio: le farmacie
la licenza di una farmacia costa molto--anche milioni di euro. perché un negozio dovrebbe costare cosí tanto?
perché rende molto, chiaramente.
e perché rende cosí tanto un negozio? perché c´é un numero chiuso che limita la concorrenza.
il risultato é che i cittadini pagano molto di piú per mantenere un privilegio assurdo di una categoria. e questo avviene per innumerevoli categorie--partendo dalle licenze per arrivare agli ordini professionali.
le conseguenze sono complesse (e tutte negative per la societá).
ovviamente, l´inflazione aumenta. diminuisce il reddito disponibile per altri acquisti (di conseguenza, ci sono meno opportunitá per altri di vendere prodotti). si consolidano ricchezze e si diminuisce la mobilitá sociale. diminuiscono le opportunitá di lavoro (invece di 2 farmacie che guadangano meno, ce n´é una che guadagna molto), ecc.
chi ha una rendita di posizione non la vuole perdere. non solo perché ha un vantaggio, ma anche perché un paese cosí ingessato preclude opportunitá alternative. quindi, dato che moltissimi hanno da perdere e mancano opportunitá alternative, il sistema si irrigidisce invece di evolvere.
chi dovrebbe cambiare il sistema? i politici.
ma, se lo facessero, verrebbero rieletti? probabimente no. piuttosto che taccare gli interessi degli avvocati, magari il governo cade...
quindi, é difficile cambiare anche volendo.
forse monti potrá farlo ora, proprio perché é un governo tecnico e deve implementare misure imposte da fuori.
nik
ps
mentre tutti se la prendono con le banche, con i capitalisti, con la germania, con la merkel, con gli evasori... non si sente mai nessuno che se la prende con le categorie privilegiate e con i politici che permettono tali privilegi--anche se questi sono davvero un danno enorme ai cittadini, all´economia, ai conti pubblici e al paese.
By Anonimo, at 4:45 PM
Se si fanno le riforme dal 2013 si raggiungera' il pareggio di bilancio e da li' in poi il debito/pil calera' del 6/7 per cento all'anno.
Io non scarterei l'ipotesi del prestito forzoso, anzi in questo momento con i tassi delle nuove emissioni al 7 e piu' per cento quello che ci vuole e' uno special btp quinquennale
quotato a 100 fisso, con tasso al 4 per cento, non vendibile sul mercato secondario e collocato
forzosamente in base al patrimonio immobiliare di ciascuno, con aliquote da 1 al 5 per cento in base al reddito.
Esempio: patrimonio 200.000 euro (classico appartamento con dentro il proprietario) acquisto
di btp da 2000 a 10.000 euro,con 400.000 euro btp per 8000/20.000 euro e cosi' via, oltre una
certo valore di patrimonio (1.000.000 ?) comunque il 5 per cento con qualsiasi reddito.
Chi non ha o non vuole impegnare liquidita' va nelle banche convenzionate e fa un contratto
in cui cede i diritti sugli interessi e vende a scadenza il btp salvo buon fine senza spendere nulla.
In pratica le banche convenzionate prestano denaro allo stato, si remunerano con gli interessi e non hanno in pancia titoli di stato ma crediti nei confronti dei cittadini coperti da fidejussioni o ipoteche su frazioni minime del patrimonio di ognuno.
Gettito previsto 400-500 miliardi con cui coprire le emissioni per i prossimi 2-3 anni (intanto
fare le riforme chiaramente) e chi se ne frega se intanto i titoli che sono sul mercato si abbassano di valore, su quelli lo stato continua a pagare gli interessi iniziali e a rimborsare a scadenza lo stesso importo.
Le banche ovviamente devono trovare il capitale da prestare ad un tasso inferiore del 4 e qui
c'e' la BCE che presta all'1,5 oppure rivolgersi a chi ha riserve di valuta enormi come la Cina che ha tutto l' interesse a tener su l'euro e il mercato Italiano.
Bob56
By Anonimo, at 9:50 PM
Non male come commenti
tutti interessanti e tutti apportatori di idee.
Finalmente, almeno su questo piccolo Blog sono finite le polemiche sterili che vedevano citare Berlusconi ogni 3 parole.
Si può essere più o meno d'accordo, ma lo scambio di idee e proposte è sempre positivo.
By duca, at 11:42 PM
i prestiti forzosi tolgono soldi ai cittadini--che non li possono usare per investire o comprare. anzi, ingenerano preoccupazione perché quello che inizia come "prestito" puó finire rapidamente in esproprio. chi ha capitale e talento, a questo punto, trova preferibile emigrare.
piú o meno, lo stesso vale per la patrimoniale. secondo me, hanno entrambi effetti contrari a quelli desiderati--ossia, che la gente investa in italia perché lo trova conveniente.
per fare questo, servono riforme. e, nel frattempo, serve liquiditá.
lo stato spreca e ha patrimonio. secondo me, é meglio tagliare gli sprechi e usare il patrimonio dello stato.
(certo, non svendendolo agli amichetti dei potenti, come avviene di solito in italia)
si potrebbe creare una holding e attribuire ad essa immobili, specifiche entrate, ecc. la holding diventerebbe collaterale a fronte di nuove emissioni dei titoli di stato--e sarebbe indipendente dallo stato (di cui non si fida nessuno). le ditte sarebbero co-gestite dai creditori.
i titoli di stato sarebbero di lunga scadenza e sarebbero accompaganti da un dettagliato piano di riforme (co-gestito dall´ue, per ulteriore garanzia).
alla fine, se le riforme hanno funzionato, non sarebbe difficile per il paese rinnovare il debito e, quindi, potrebbe decidere se preferisce ripagare il debito e tenere la holding, oppure estinguere il debito in scadenza cendendo la holding.
chi gestisce avrebbe interesse a far rendere la holding perché non saprebbe quale delle due alternative verrá decisa. ma avrebbe garanzia del capitale (escludendo il rischio default) direttamente dal debitore (senza che questi debba gravare su terzi) e senza rischio di stampare soldi.
nik
By Anonimo, at 1:56 PM
nella realtá, il rischio c´é che si mettano a stampare soldi.
se la germania decide di garantire il debito degli altri paesi, le prospettive sono pessime. per tutti. (ho letto qcs di simile su bloomberg... speriamo non sia vero)
i tedeschi non vogliono ovviamente e, per giunta, é anche contro la costituzione. ma, a parte questo, la germania ha debito e oneri futuri veramente preoccupanti. non credo che sarebbero in grado di pagare con soldi veri. questo significa stampare soldi.
ma anche per gli italiani é pessimo. chiaramente, chi paga decide. quindi, significa perdere sovranitá.
l´europa finirebbe in mano ad un direttorio di gente che non risponde a nessuno (i tedeschi hanno eleggono il cancelliere ma, come si vede, non ci sono vincoli, dato che quello che avviene nessuno lo vuole).
inoltre, sará la stessa gente che ha creato il problema a gestire il continente...
nik
By Anonimo, at 2:02 PM
un´altra opzione che andrebbe perseguita é un parziale default.
quegli incompetenti che hanno prestato soldi a tassi ridicoli alla grecia e altri ignorando il rischio DEVONO prendere delle perdite. e devono anche essere cacciati.
questo é capitalismo.
chi fa scelte irresponsabili deve pagare personalmente.
invece che fanno? fanno operazioni idiote che producono guadagni fittizi di breve e si prendono i bonus. poi, quando i guadagni fittizi si trasformano in perdite reali, i politici costringono i cittadini a pagare! e, per giunta, chi ha creato il disastro rimane lí... a crearne altri!
chi ha prestato soldi ai paesi in bancarotta deve prendere perdite. anche gli azionisti delle banche (sono i proprietari--e quindi sono responsabili anche loro).
chi ha il conto corrente deve essere garantito. quindi, le banche in disgrazia andrebbero nazionalizzate. questo é avvenuto in svezia e ha funzionato. lo stato ha messo i soldi e preso il capitale delle banche (non prestato soldi a dei falliti!). una volta ristabilizzata la situazione, le banche sono state rimesse sul mercato e lo stato ha recuperato i soldi.
un parziale fallimento serve sia per ridurre l´onere sui paesi, sia per evitare il moral hazard in futuro. continuare a salvare incompetenti é follia.
nik
ps
la gente se la prende coi banchieri e coi capitalisti. in realtá, se la dovrebbe prendere coi politici, dato che sono loro a decidere cosa i banchieri possono fare e se salvarli con i soldi dei cittadni. questo non é affatto capitalismo!
By Anonimo, at 2:13 PM
altre 2 considerazioni su patrimoniale e prestito forzoso
quando il problema é l´eccesso di debito é illogico punire con tasse ed espropri chi ha risparmiato e investito. in un mondo con eccesso di debito bisogna premiare il risparmio e penalizzare il debito--non il contrario!
il fatto é che in italia molti si arricchiscono grazie a privilegi. e sono appunto i privilegi che vanno eliminati.
inoltre, il valore di qualsiasi bene dipende dal contesto e dalle aspettative.
un euro in contanti oggi vale un euro. un euro di guadagno, invece, vale 10 o 20 euro.
quindi, conta molto di piú cambiare il contesto (regole, ad esempio) per rendere piú produttivo il capitale disponibile, piuttosto che espropriare di un euro la gente per pagare un euro di debiti.
l´esproprio ingenera diffidenza e timore. quindi, peggiora il contesto e costa molto di piú di quello che vale.
nik
By Anonimo, at 2:54 PM
per nik
se e' solo per uno scambio di opinioni tre punti:
1. se leggi bene nel mio post precedente dico che non e' necessario che uno ci metta i soldi, si puo' anche scegliere la soluzione fidejussione/ipoteca a costo zero. Comunque io sono convinto che se spieghi bene il fatto che metti 100 e ti viene restituito 100 con interessi
annui del 4 per cento, con importi relativamente bassi (in base al reddito), molti sceglierebbero l'opzione di versare denaro per avere il btp.
2. Prendi per scontato che il prestito forzoso venga tramutato in esproprio e su questo fai tutta una serie di considerazioni , ma l'esproprio rimane un' ipotesi, tuttalpiu avverrebbe tra 5 anni e in teoria potrebbe non avvenire mai perche' lo stato a scadenza potrebbe
rinnovare il prestito in automatico, continuare a pagare gli interessi e andare avanti cosi' finche' necessario.
3. la tua proposta ha il difetto di non essere attuabile in tempi brevi, mentre ora c'e' necessita' di pagare debito in scadenza con nuove emissioni per 300 miliardi nel giro di 1 anno. Con la mia soluzione si potrebbe fare un provvedimento in una
settimana e dare tempo qualche mese per mettersi in regola cosicche' gli introiti arriverebbero allo stato in tempo per ogni scadenza (c'e' sempre chi fa le cose subito per togliersi il pensiero, chi se la prende un po' comoda e chi arriva all' ultimo).
Bob56
By Anonimo, at 10:18 AM
Bob56
certo che é solo per uno scambio di opinioni... non é che decidiamo niente noi.
sul 2: l´esproprio puó avvenire in tanti modi. imporre forzatamente interessi inferiori all´inflazione é un modo meno evidente di raggiungere lo stesso risultato.
sul 3: penso che sia piú rapido conferire patrimonio e flussi di introiti futuri in una holding, che mettere il patrimonio sul mercato, specialmente in questa situazione.
il prestito forzoso, magari non in forma palese (bloccando i pagamenti degli enti pubblici, trattenendo le liquidazioni, ecc.) giá avviene e probabilmente si inventeranno altre forme subdole per metterlo in pratica. quindi, penso che la tua soluzione sia piú probabile della mia. ma penso che abbia delle conseguenze (anch´esse non immediatamente evidenti) negative.
il valore di beni dipende molto dal contesto e dalle aspettative. l´idea di un paese che non paga e magari si arroga il diritto di prendere in prestito quello che ho mi fa peggiorare le aspettative--e mi indurrebbe a trasferire me stesso e il mio capitale altrove.
se le conseguenze sono sufficientemente negative, succede che poi lo stato non avrebbe i soldi per restituirmi il prestito--nel qual caso il prestito si trasformerebbe necessariamente in un esproprio.
nik
By Anonimo, at 11:35 AM
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