finanza e politica

mercoledì, dicembre 13, 2006

Banchieri condannati: accondiscendenti con I grandi, duri con i deboli!

L'amico imprenditore ha dissertato più volte a proposito della condanna dei banchieri BAM (Geronzi, Gronchi, Colaninno, etc....). Capisco la sua opinione da imprenditore, ma vorrei evidenziare alcuni aspetti non secondari nella gestione delle banche, che mi portano a sostenere lo sforzo del tribunale di Brescia per fare un po' di pulizia in questo mondo.

Inizio con un primo esempio: anni sessanta, una piccola impresa edile che costruiva palazzi con 20/25 appartamenti, viveva con un "fido" di 12 milioni, (gli appartamenti allora costavano 3,5/4 milioni, quindi il credito bancario copriva circa il 10/15% dell'investimento complessivo, ma il solo prezzo del terreno garantiva la Banca in caso di insolvenza). L'azienda edile veniva pagata in base alle vendite e allo stato di avanzamento dei lavori; in caso di mancate vendite, l'azienda entrava in crisi, e la banca, che possedeva garanzie reali, chiedeva il rientro, per l'imprenditore era la fine, la banca si rivaleva su terreno e fabbricato e rientrava, spesso con lauti guadagni. Questo accadde realmente nel 65 (la famosa congiuntura) a molte piccole imprese edili italiane.

Secondo esempio: la banca presta ingenti somme (molti miliardi, non pochi milioni) a una società immobiliare, senza garanzie reali, o con garanzie reali bassissime, e spesso (a pensar male) il credito viene concesso con pressioni politiche o di gruppi economici tra loro collegati, senza una valutazione oggettiva del merito di credito, ma per volere del presidente o del consiglio di amministrazione (che naturalmente incarica verbalmente un funzionario di fare le istruttorie di legge che dimostrano l'assoluta correttezza formale). Naturalmente il solerte funzionario sottoscrive lui tutta l'istruttoria, mentre il presidente "poteva non sapere". Poi tutto va di conseguenza.......l'azienda chiede altri affidamenti, sempre concessi. Quando comincia la crisi, l'indebitamento è enorme, e non conviene a nessuno far rientrare l'azienda, a quel punto inizia la fase due: passare la bomba ai piccoli risparmiatori e al parco buoi, e quando non è possibile individuare dei bei capri espiatori (I famosi bancari) cui dare tutte le colpe.

Questo bel gioco è stato ripetuto troppe volte in Italia (Immobiliare Bagaglino, Cirio, Parmalat, Squadre di Calcio, etcc..... e quel che è peggio è che è sempre stata la stessa squadra a ripetere il giochetto)

Il vero maestro di tutto è Geronzi, lui si è garantito l'immunità prestando circa 200 miliardi di lirette a tutti i partiti (escluso FI che allora non esisteva e MSI che allora non era "nell'arco costituzionale"). Quello che dico non è un'invenzione, ma è scritto negli allegati della sentenza di rinvio a giudizio del buon Geronzi per le mancate comunicazioni a Banca d'Italia. Lui si era semplicemente dimenticato di informare Banca D'Italia dell'elenco dei crediti incagliati verso i Partiti. Ovviamente era una dimenticanza del solito funzionario incapace!!!!
Naturalmente ne il corriere ne il sole 24 ci diranno mai che fine ha fatto quel processo, se sta per essere prescritto, o se il magistrato che lo aveva istruito ha fatto una rapida carriera in qualche altra sede meno scomoda e non può più occuparsene.

In conclusione:

1) c'è la finanza per i piccoli imprenditori che segue regole dure, spesso vessatorie per le PMI (altrimenti le Banche dove trovano i soldi per finanziare i grandi inciuci) e c'è la finanza per i grandi debitori, che non segue le regole terrestri.

2) I banchieri (quei 15/20 grandi banchieri + un gruppo di consiglieri di Amministrazione a loro collegati) non sono interessati a Basilea 2, allo sviluppo delle imprese, e nemmeno all'economia generale. Loro sono interessati al potere. Il vero Potere, quello con la P maiuscola, quello che permette di far volare le "vacche", quello che garantisce l'impunibilità, quello che non ha bisogno di contratti, di garanzie reali, ma dove basta una stretta di mano e la copertura (quella si, reale) del potere politico.

Per questo caro amico imprenditore va apprezzata la sentenza del tribunale di Brescia, e se le grandi banche non avessero tante sofferenze di grandi gruppi senza garanzie potrebbero sostenere meglio e con costi inferiori le imprese che investono verso il futuro........ma questa è UN'ALTRA STORIA.