finanza e politica

mercoledì, dicembre 14, 2011

Come la creazione di moneta può creare occupazione

Cosa hanno in comune il Modello Economico tedesco del 1933, l'attuale sistema economico cinese, e il New Deal americano o lo stesso "Piano Marshall": la creazione di moneta fiduciaria (carta garantita dagli stati) finalizzata a creare occupazione e sviluppare gli investimenti.

C'è un bellissimo articolo dell'economista Sylos Labini che ricostruisce gli elementi essenziali del piano elaborato da Hjalmar Schacht (Presidente allora della Banca centrale tedesca).

Lo riporto integralmente premettendo come fa lo stesso Labini, che non condivido assolutamente, anzi condanno il Nazismo e il Nazional Socialismo, ma che ritengo interessantissimo l'aspetto economico e i risultati che l'uso della moneta hanno permesso di raggiungere e che questo deve favorire il dibattito attuale sull'uso della moneta.

Prima di lasciarvi alla lettura dell'articolo aggiungo che oggi la Cina usa un sistema analogo, basato su una moneta ad uso interno (lo yuan) controllata rigidamente dallo stato che controlla anche tutto il sistema bancario interno e che usa i proventi delle esportazioni per approvigionarsi di dollari ed Euro da utilizzare per l'acquisto di materie prime o per fare investimenti mirati all'estero tramite i propri fondi sovrani. Ma leggendo quanto segue potrete voi stessi fare analogie e valutazioni:

di Stefano Sylos Labini.
Nei libri di economia si parla tanto del New Deal, però, ci si dimentica che il vero miracolo economico si verificò in Germania. Quando Hitler andò al potere nel 1933 oltre 6 milioni di persone (il 20 % della forza lavoro) erano disoccupate ed al limite della soglia della malnutrizione mentre la Germania era gravata da debiti esteri schiaccianti con delle riserve monetarie ridotte quasi a zero. Oggi i tedeschi hanno il terrore che l’eccesso di debito spinga la Banca Centrale Europea a stampare grandi quantità di moneta la quale farebbe scoppiare l’inflazione.
Per questo la Cancelliera Merkel, con la sua intransigenza sul risanamento dei bilanci dei paesi europei più in difficoltà e con la sua posizione contraria verso l’emissione degli Eurobond e verso gli acquisti di titoli del debito pubblico da parte della BCE, sta spingendo l’Europa in una pericolosa recessione e in una crisi di fiducia che potrebbero avere conseguenze devastanti.
Ma nel miracolo economico degli anni ’30 i nazionalsocialisti si erano creati una teoria monetaria che suonava pressappoco così: ”le banconote si possono moltiplicare e spendere a volontà, purché si mantengano costanti i prezzi. Il solo motore necessario per questo meccanismo è la fiducia. Basta creare e mantenere questa fiducia, sia con la suggestione sia con la forza o con entrambe”.
Sorprendentemente, l’artefice del miracolo economico della Germania nazista fu un uomo di origini ebraiche,
Hjalmar Schacht, Ministro dell’Economia e Presidente della Banca Centrale del Reich.
Per il commercio estero, Schacht ideò un ingegnoso sistema per trasformare gli acquisti di materie prime da altri paesi in commesse per l'industria tedesca: i fornitori erano pagati in moneta che poteva essere spesa soltanto per comprare merci fatte in Germania. Il meccanismo, di stimolo al settore manifatturiero, funzionava come un baratto: le materie prime importate erano pagate con prodotti finiti dell'industria nazionale, evitando così il peso dell'intermediazione finanziaria e fuoriuscite di capitali.
Certamente, il protezionismo prima e l'autarchia in seguito crearono un mercato chiuso in cui tutta la realtà produttiva era indirizzata e finalizzata alla produzione di beni per lo stato e / o per il consumatore tedesco.
Il controllo nazista dei cambi e dei commerci esteri dà alla politica economica tedesca una nuova libertà. Anzitutto, perché il valore interno del marco (il suo potere d'acquisto per i lavoratori) viene svincolato dal suo prezzo esterno, quello sui mercati valutari anglo-americani.
Lo Stato tedesco può dunque creare la moneta di cui ha bisogno nel momento in cui manodopera e materie prime sono disponibili per sviluppare nuove attività economiche, anziché indebitarsi prendendo i soldi in prestito. E ciò senza essere immediatamente punito dai mercati mondiali dei cambi con una perdita del valore del marco rispetto al dollaro ed evitando che il pubblico tedesco fosse colpito da quel segnale di sfiducia mondiale consistente nella svalutazione della sua moneta nazionale.
In realtà, non venne praticata la stampa diretta di moneta, poiché il principale provvedimento di Schacht fu l’emissione dei MEFO, obbligazioni emesse sul mercato interno per finanziare lo sviluppo.
In questo sistema è direttamente la Banca Centrale di Stato (Reichsbank) a fornire agli industriali i capitali di cui hanno bisogno. Non lo fa aprendo a loro favore dei fidi; lo fa autorizzando gli imprenditori ad emettere delle cambiali garantite dallo Stato. E' con queste promesse di pagamento che gli imprenditori pagano i fornitori.
In teoria, questi ultimi possono scontarle presso la Reichsbank ad ogni momento, e qui sta il rischio: se gli effetti MEFO venissero presentati all' incasso massicciamente e rapidamente, l'effetto finale sarebbe di nuovo un aumento esplosivo del circolante e dunque dell'inflazione.
Di fatto, però questo non avviene nel Terzo Reich. Anzi: gli industriali tedeschi si servono degli effetti MEFO come mezzo di pagamento fra loro, senza mai portarli all'incasso; risparmiando così fra l'altro (non piccolo vantaggio) l'aggio dello sconto. Insomma, gli effetti MEFO diventano una vera moneta, esclusivamente per uso delle imprese, a circolazione fiduciaria.
Gli economisti si sono chiesti come questo miracolo sia potuto avvenire e alla fine la risposta è stata che il sistema funzionava grazie alla fiducia. L'immensa fiducia che il regime riscuoteva presso i suoi cittadini, e le sue classi dirigenti.
Hjalmar Schacht fu l'inventore del sistema rendendo invisibile l'inflazione: gli effetti MEFO erano un circolante parallelo che il grande pubblico non vedeva e di cui forse nemmeno aveva conoscenza, e dunque privo di effetti psicologici. In seguito Schacht (che fu processato a Norimberga e ritenuto non colpevole) spiegò d'aver pensato che, se la recessione manteneva inutilizzato lavoro, officine, materie prime, doveva esserci anche del capitale parimenti inutilizzato nelle casse delle imprese; i suoi effetti MEFO non avrebbero fatto che mobilitare quei fondi dormienti. In realtà erano proprio i fondi a mancare nelle casse, non l'energia, la voglia di lavorare, la capacità attiva del popolo.
Schacht conosceva bene la frode fondamentale su cui si basa il sistema del credito e i lucri che derivano dall'abuso della fiducia dei risparmiatori, che col loro lavoro riempiono di vero denaro i conti di denaro vuoto, contabile, che la banca crea ex-nihilo. E sapeva che la prosperità della finanza internazionale dipende dall'emissione di prestiti con elevato interesse a nazioni in difficoltà economica.
Un economista britannico, C.W. Guillebaud, ha espresso con altre parole lo stesso concetto: "nel Terzo Reich, all' origine, gli ordinativi dello Stato forniscono la domanda di lavoro, nel momento in cui la domanda effettiva è quasi paralizzata e il risparmio è inesistente; la Reichsbank fornisce i fondi necessari agli investimenti [con gli effetti MEFO, che sono pseudo-capitale]; l'investimento rimette al lavoro i disoccupati; il lavoro crea dei redditi, e poi dei risparmi, grazie ai quali il debito a breve termine precedentemente creato può essere finanziato [ci si possono pagare gli interessi] e in qualche misura rimborsato".
Così Hitler raggiunse il suo scopo primario: il riassorbimento della disoccupazione e la crescita dei salari del popolo tedesco senza alimentare l’inflazione. I risultati sono, dietro le fredde cifre, spettacolari per ampiezza e rapidità. Nel gennaio 1933, quando Hitler sale al potere, i disoccupati sono 6 milioni e passa. A gennaio 1934, sono calati a 3,7 milioni. A giugno, sono ormai 2,5 milioni. Nel 1936 calano ancora, a 1,6 milioni. Nel 1938 non sono più di 400 mila. E non sono le industrie d'armamento ad assorbire la manodopera. Fra il 1933 e il 1936, è l'edilizia grazie ai grandi progetti sui lavori pubblici, inclusa la costruzione della rete autostradale, ad impiegarne di più (più 209%), seguita dall'industria dell'automobile (+ 117%) e dalla metallurgia (+83%).


NOTA – Naturalmente non condivido l’ispirazione ideologica del sito Stormfront e ritengo il nazismo una ideologia criminale. L’intento del mio articolo è quello di mettere in evidenza la politica economica e monetaria seguita dalla Germania di Hitler per risollevare un Paese allo stremo. Una politica che, con i dovuti accorgimenti, potrebbe essere riproposta nell’Europa di oggi dove la disoccupazione ha raggiunto livelli inaccettabili.
Stefano Sylos Labini

28 Comments:

  • Riporto qui anche il commento aggiunto in seguito da S.Labini e che condivido in toto.

    Stefano Sylos Labini September 20, 2011 - 7:38 am | Permalink La ringrazio per il suo commento e per le informazioni che ha fornito. Mi rendo conto che questo mio articolo è quantomeno spericolato e può generare confusione. Nella nota ho precisato quello che penso del nazismo. Il mio intento era quello di criticare la politica attuale della Germania che è contraria a qualsiasi forma di intervento sia sul lato della spesa che su quello della moneta, poichè i tedeschi hanno il terrore dell'inflazione. Ma questa politica sta portando l'Europa nel baratro perchè la disoccupazione è insostenibile. Allora il riferimento alla Germania degli anni '30 è per ricordare che i tedeschi praticarono allora quelle che oggi considerano politiche inflazionistiche che non provocarono alcuna inflazione ma in qualche modo contribuirono a rilanciare l'economia della Germania. Perchè uno dei motivi per cui Hitler raggiunse il potere fu la pesantissima crisi economica che affliggeva la Germania. E credo che proprio i tre anni dal 1933 al 1936 furono decisivi: se l'economia non fosse ripartita dubito che il regime nazista sarebbe riuscito a consolidarsi. E credo che l'emissione delle obbligazioni MEFO promosse da Schacht giocarono un ruolo importante in quei tre anni (giustamente viene ricordato che Schact si dimise nel 1936). Oggi gli Eurobond garantiti dalla BCE potrebbero avere la stessa funzione che ebbero i MEFO senza alimentare nessun fenomeno inflazionistico. Al contrario, il risanamento dei bilanci pubblici che la Germania sta imponendo a tutti i paesi in difficoltà sta portando l'Europa in una recessione pericolosa, alimenta l'inflazione (i produttori scaricano le maggiori tasse sui prezzi) e, in un paese come l'Italia, fa approfondire il divario tra Nord – Sud favorendo la strategia secessionista della Lega Nord. Stefano Sylos Labini

    By Blogger duca, at 1:31 AM  

  • concordo che in quel periodo vi furono grossi successi economici nella Germania nazista con la risoluzione dei gravi problemi che accusava come la disoccupazione,l'inflazione,ecc,
    ma il merito del successo non è
    da addebitare al virtuoso ministro,e alla creazione del MIFO e altri stratagemmi.....ma furono la conseguenza,aimè di una dittatura ferrea che tutto un popolo si strinse intorno avendo fiducia e sacrificandosi per la causa,poi il motore che mise in moto il ciclo economico positivo fu l'espansione dell'industria bellica che assorbì molta mano d'opera e di conseguenza ebbero un grande sviluppo altri settori fondamentali come l'edilizia che aumentò lo sviluppo economico facendo poi da traino ad altri settori,ma ripeto il nazismo e l'industria bellica furono i fattori principali,oggi irripetibili.
    Non sono pure d'accordo sulle motivazioni della Merkel e del popolo tedesco che il motivo del rifiuto a emettere eurobond,stampare moneta,ecc sia l'inflazione.Penso che i tedeschi giusto o non giusto non vogliono cacciare un euro per i paesi,asini,maiali,imbroglioni,non vogliono lavorare sacrificarsi per altri che se la godono alle loro spalle in mille modi..........e si potrebbe aprire un dibattito....
    imho

    un saluto,ciao Duca

    Traderoscar

    By Anonymous Anonimo, at 7:19 AM  

  • su schlach:

    - il contesto era diverso: si trattava di un *regime* e di un´economia comunque molto meno interdipendente dal resto del mondo che ora.

    - c´é una radicale differenza tra un "successo" di breve ed un sistema sostenibile. debito e bolle speculative normalmente creano posti di lavoro, benessere, infrastrutture, ecc. ma non sono affatto modelli sostenibili.

    é un errore un po´ ingenuo trarre la conclusione che si dovrebbe adottare un approccio di quel genere o cmq di spese pubbliche in infrastrutture. ci sono diverse ragioni. ma c´é anche l´ovvia dimostrazione di come funziona il pubblico--sia a livello ue, ma ancor peggio in italia.

    sull´altro argomento, il rischio inflazione se si stampano soldi. in breve: al valore reale nell´economia corrisponde una quantitá di soldi. é come una torta e con ogni euro compri una fetta.

    se raddoppi il numero di euro e la torta rimane uguale, con lo stesso euro compri mezza fetta di prima.

    peggio avviene nell´economia. oltre alla diluizione, avviene anche un crollo della fiducia. si verificano quindi due fenomeni: che il valore reale dei beni diminuisce, mentre i prezzi di alcuni beni aumentano solo perché la gente ha fretta di liberarsi del denaro.

    se bastasse stampare soldi per diventare ricchi, non ci sarebbero poveri. e non lavorerebbe nessuno. questa teoria é ovviamente assurda. e smentita puntualmente tutte le volte che qualche illuso ha provato a metterla in pratica.

    la germania su questo ha pienamente ragione. meglio un euro forte con pochi partecipanti. e non é affatto nell´interesse dell´italia rimanerci dentro.

    se esce, l´economia riparte. e i creditori si prenderanno una perdita. inutile aggiungere debito su debito e strangolare l´economia interna. tanto é impossibile pagarlo mantenendo intatta l´economia. quindi, sarebbe meglio lasciar perdere questa manovra di monti e semplicemente uscire dall´euro.

    l´europa stessa funzionerebbe meglio dopo.

    nik

    By Anonymous Anonimo, at 5:29 PM  

  • ps

    sulla merkel:
    la merkel inizialmente aveva detto che serviva una procedura per permettere agli stati di fallire.

    questo era giusto. se il debito non puó essere pagato é meglio prendere una perdita e andare avanti. l´austerity non funziona. porta a risultati come quello della grecia. e non é neanche giusto strangolare i cittadini per pagare delle banche che hanno fatto pessimi investimenti.

    quindi, la proposta della merkel di prevedere una procedura di fallimento era un´idea favorevole anche all´italia perché avrebbe visto condonato parte del suo debito ed avrebbe avuto quindi una situazione piú favorevole alle riforme e all´adozione di misure per la crescita.

    potete ringraziare la francia, semmai, per quello che sta accadendo. le banche francesi sono molto piú esposte di quelle tedesche e lo stato francese ha minore capacitá di ricapitalizzare le sue banche. nel caso, ci sarebbero stati costi politici ingenti.

    invece, mettendo mario, riduce gli italiani in miseria (senza risolvere il problema), ma intanto rinvia il momento in cui bisognerá fare i conti della realtá. sperando magari di fare in tempo a passare le elezioni.

    dite mercí a marió.

    nik

    By Anonymous Anonimo, at 6:18 PM  

  • Considerazioni troppo complesse....
    per tornare al semplice 2 + 2

    Perchè l'Italia è cresciuta economicamente moltissimo fino agli anni 80 e così l'europa e poi dal serpete monetario e ancor peggio nel periodo Euro cresciamo sempre meno delle altre nazioni sviluppate?

    Poi non intendo ripetere cose che ho già abbondantemente discusso in tanti post semplicemente ribadisco che le ricette degli ultimi vent"anni hanno fallito e mi sembra assurdo ripeterle. E' ora di cambiare! Ci vuole aria nuova altrimenti non ne usciamo.

    By Blogger duca, at 9:43 PM  

  • Leggi "Il più grande crimine" di Paolo Barnard. Ti darà tutti i pezzi che mancano alla tua eccellente visione economico politica. Non puoi non conoscerlo!

    http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf

    By Anonymous Anonimo, at 11:30 AM  

  • negli anni 80 la situazione era radicalmente diversa. l´italia aveva la lira. poteva svalutare la moneta. poteva svalutare il debito con l´inflazione. l´industria italiana aveva una competitivitá relativa molto maggiore che adesso. poteva fare debiti. gli italiani potevano evadere le tasse molto piú che adesso...

    comunque, lungi dall´essere "soluzioni" auspicabili, tutte queste condizioni hanno solo gradualmente eroso la competitivitá e creato i presupposti per il disastro di adesso.

    é facile confondere cause ed effetti perché gli effetti non sono immediati. non é come se ti dai una martellata sul dito, che lo vedi subito che non é una buona idea. é come bere alcohol. ti accorgi dei problemi quando é troppo tardi.

    quindi, é vero che le politiche correnti e degli ultimi decenni sono errate. é vero che é necessario (inevitabile ormai) cambiare.

    purtroppo, é facile giungere alle conclusioni sbagliate--tipo quella che stampare soldi possa essere una soluzione sostenibile. al meglio, é un espediente di breve--con gravi conseguenze.

    molti accusano il capitalismo o il "neoliberismo" (...) di essere la causa del disastro. in realtá non é cosí--e dovrebbe essere anche ovvio, dato che di capitalismo in europa ce n´é assai poco.

    parte del problema é, anzi, il contrario. il sistema alloca risorse in modo assurdo ed inefficiente. serve piú capitalismo.

    comunque le cause di fondo sono molteplici, di varia natura e intrecciate tra loro. morale: é impossibile riparare il sistema ormai. il declino dell´occidente é iniziato ed irreversibile.

    politiche repressive come quelle dell´attuale governo italiano accelerano il declino. sono ancora peggio che non fare niente.

    e guarda il paradosso democratico: la gente se ne rende anche conto che viene portata al macello--da gente che nemmeno ha eletto. eppure si fa condurre passivamente.

    ci sará un collasso economico. poi sociale, poi politico. niente di nuovo nella storia.

    nik

    By Anonymous Anonimo, at 3:02 PM  

  • italiani e tedeschi hanno mentalitá completamente diverse e, veramente, penso che le aspettative di ciascuno rispetto all´altro siano assurde.

    che follia fare una moneta comune senza aver prima organizzato un sistema coeso e funzionante.

    ancora peggio é insistere ora, quando é ovvio che l´euro é un totale fallimento.

    prima o poi crollerá. ma, nel frattempo, si aggrava inutilmente la situazione e si aumenta il costo finale.

    nik

    By Anonymous Anonimo, at 5:21 PM  

  • manifesto la mia ignoranza e non mi esprimo, tuttavia caro duca ci tengo a riconoscerti il merito di battere strade diverse, alternative e coraggiose.

    By Blogger LL, at 9:32 PM  

  • Grazie Luca

    By Blogger duca, at 10:55 PM  

  • Per Nik

    Su molte cose siamo d'accordo....il concetto che esprimi sul capitalismo è giustissimo....il problema non è il capitalismo.....in europa c'è nè poco ed è pure male applicato...inoltre nel liberismo e nel capitalismo chi sbaglia paga...... in Europa i banchieri che hanno sbgliato o sono al loro posto o se ne sono andati con laute mance.

    By Blogger duca, at 10:58 PM  

  • Vorrei sottolineare inoltre che la Germania dovrebbe ricordarsi di ciò che accadde dopo la prima guerra mondiale e di conseguenza dovrebbe essere più generosa con i paesi in difficoltà per evitare di ripetere gli stessi errori che fu costretta a subire. Il Trattato di Versailles fu imposto alla Germania con la minaccia dell’occupazione militare e del blocco economico. Il trattato istituì una commissione che doveva determinare le esatte dimensioni delle riparazioni che dovevano essere pagate dalla Germania. Nel 1921, questa cifra fu ufficialmente stabilita in 33 miliardi di dollari. John Maynard Keynes criticò duramente il trattato: non prevedeva alcun piano di ripresa economica e l’atteggiamento punitivo e le sanzioni contro la Germania avrebbero provocato nuovi conflitti e instabilità, invece di garantire una pace duratura. Keynes espresse questa visione nel suo saggio The Economic Consequences of the Peace.
    I problemi economici che questi pagamenti comportarono sono spesso citati come la principale causa della fine della Repubblica di Weimar e dell’ascesa di Adolf Hitler, che inevitabilmente portò allo scoppio della seconda guerra mondiale.

    By Anonymous Stefano Sylos Labini, at 11:12 PM  

  • Verissimo, grazie per la precisazione.

    By Blogger duca, at 12:05 AM  

  • "la Germania... dovrebbe essere più generosa"

    se pensi questo, non hai idea della situazione.

    la germania non ha i soldi per essere piú generosa, neanche se lo volesse.

    tutti i paesi nell´euro hanno seri problemi strutturali. quelli piú in difficoltá hanno problemi particolarmente gravi. devono cambiare il sistema. e lo devono fare loro stessi. non c´é generositá della germania o di qualsiasi altro paese che possa rimediare.

    stampare soldi non é una soluzione. comunque, ogni paese puó farlo, semplicemente reintroducendo la propria valuta--o in sostituzione all´euro, oppure affiancandola all´euro.

    stampare é contrario ai trattati, che l´italia ha liberamente deciso di sottoscrivere, che escludono la monetizzazione del debito.

    inoltre, questo farebbe danno sia alla germania che all´italia. alla germania perché porterebbe inflazione e creerebbe seri problemi all´economia e alla societá. all´italia perché l´italia ha appunto bisogno di svalutare rispetto alla germania e ha bisogno di una germania solida verso cui esportare.

    se ora l´italia fa una politica suicida, che riduce la gente in miseria aumentando le tasse--la decisione é vostra. che ci puó fare la germania se vi ostinate a fare il contrario di quello che serve??

    dovevate tagliare le spese inutili, la burocrazia, ridurre i costi della politica, riformare il sistema fiscale, far pagare l´ici alla chiesa... ecc. invece no, instaurate un regime di polizia... fate pagare ancora piú tasse a tutti. é ovvio che il sistema collasserá. la gente smetterá di spendere per necessitá e per paura del futuro. i capitali fuggono, ovviamente. e nessuno verrá ad investire da voi.

    forse, vivendo dentro all´acquario non vi rendete conto che l´acqua é marcia.

    nik

    By Anonymous Anonimo, at 3:57 PM  

  • Ti ho spiegato più volte che con una M3 in contrazione fare tagli di bilancio o puntare al pareggio di Bilancio è un danno assoluto........ su questo non sono d'accordo........

    By Blogger duca, at 5:11 PM  

  • Non si tratta di generosità, ma di politiche di ampio respiro. Uno stato non è una famiglia......labini lo ha spiegato molto bene...... se non lo capisci, non ci posso far nulla rimaniamo su due idee opposte

    By Blogger duca, at 5:13 PM  

  • "fare tagli di bilancio o puntare al pareggio di Bilancio è un danno assoluto........

    la tua osservazione in generale é giusta. ma dipende da cosa tagli. e come.

    un esempio: eliminando metá della burocrazia, si faciliterebbe la creazione di attivitá economiche, di posti di lavoro veri, ecc. inoltre, si potrebbero dismettere gli immobili occupati da quegli uffici. il sistema migliorerebbe anche se si continuasse a pagare gli stipendi a tutto il personale ridondante.

    sono anche d´accordo con te che il pareggio di bilancio non dovrebbe essere l´obiettivo primario. quello che conta davvero é un piano di riforme che renda efficiente, competitivo e sostenibile il sistema. i mercati scontano il futuro. non importa tanto quanti soldi hai ora, ma quanti ne guadagnerai domani. con manovre come questa di monti, le prospettive per il futuro peggiorano. quindi, non si risolve alcun problema. anzi, nel frattempo si distrugge solo la fiducia, il valore del patrimonio interno, ecc.

    in linea di principio, sulle politiche di ampio respiro sono pure d´accordo. solo che quelle che gli italiani chiedono alla germania non sono né politiche, né di ampio respiro. chiedono solo di stmpare soldi per rimandare il problema... senza mai iniziare a risolverselo.

    (ora parlano di liberalizzazioni. queste vanno bene. a meno che non le facciano in modo brutale, semplicemente espropriando la gente del valore delle licenze da un giorno all´altro. servono tempo e soldi in modo da rendere il passaggio graduale e tutelando chi perde quello che ha. altrimenti, fanno piú danno che utile. ossia: conta piú il COME che il cosa si fa.)

    con l´euro, cmq, la realtá é che tutto é stato organizzato male e non funziona. stare dentro ad un´unica moneta comporta un danno a tutti.

    secondo me, sarebbe meglio che la germania uscisse dall´euro. sarebbe in grado di sostenere le conseguenze della rivalutazione della moneta, della ricapitalizzazione delle banche, ecc. dopodiché, gli altri paesi potrebbero stampare soldi, come vogliono. stando insieme, peró, la moneta si svaluterebbe meno e in modo piú ordinato. avrebbero tempo di fare le riforme.

    il problema é che passata l´emergenza, non farebbero le riforme... e si tornerebbe al punto di partenza.

    nik

    By Anonymous Anonimo, at 6:06 PM  

  • Condivido tutto.....
    Sulla burocrazia poi ci ho fatto una marea di articoli, e anche sullo riforme sullo sviluppo siamo concordi, perfino sul fatto che sarebbe meglio uscisse la Germania, gli altri paesi sono molto più simili compresi i francesi (gli unici che forse vorrebbero e potrebbero seguire la Germania sono gli olandesi gli austriaci vorrebbero ma non possono )
    concordo veramente su tutto..... vedi.....dialogare serve..... tra persone intelligenti.... la prima volta che avevi scritto ti consideravo supponente (ma forse era un'altra persona) poi invece il confronto mi ha fatto cambiare idea. In ogni caso penso che lo scambio di idee sia un valore anche se si è in disaccordo.....anzi serve ancor più per capire e aprire la mente.
    Grazie per aver vivacizzato il blog........

    Fra l'altro sono molto contento perchè siamo in pochi, ma il livello è sicuramente alto.
    A presto

    By Blogger duca, at 7:17 PM  

  • Per NIK

    se vuoi leggi questo mio vecchio articolo

    http://finanzapolitica.blogspot.com/2010/11/domanda-difficile-difficilissima-tutti.html

    By Blogger duca, at 7:21 PM  

  • il sistema dei crediti di lavoro di cui si parla, è una moneta interna, questo è un sistema interessante per rimettere in circolo del denaro, per dare liquidità in cambio di lavoro in infrastrutture, questo sarebbe come stampare denaro e riprenderci un certa sovranità monetaria, in prospettiva faciliterebbe una nostra auspicabile uscita dall'euro.

    By Anonymous Tizio, at 9:15 PM  

  • duca, grazie. ricambio.

    ho letto l´articolo linkato. interessante.

    sono d´accordo sulla svalutazione dell´euro. in questo caso, non sarebbe una "svalutazione competitiva" ma ripristinerebbe piuttosto un equilibrio impedito dalla moneta comune.

    credo che la svalutazione farebbe in modo piú efficiente la stessa funzione di dazi e quote. queste ultime penso avrebbero effetti negativi e distorsivi del mercato. vedi quanto é diventata competitiva la fiat con decenni di protezionismo...

    penso che vadano ricostituiti i presupposti di eccellenza che qualificavano il made in italy. cioé, fare sí che al made in italy corrisponda davvero qualitá e non semplicemente pensare che qualsiasi prodotto acquisti valore solo perché fatto in italia.

    sulle altre proposte sono pure d´accordo. ci sarebbero parecchie misure anche semplici che si potrebbero adottare per facilitare lo sviluppo economico e contemporaneamente ridurre i costi dello stato.

    quello che invece sta succedendo, invece, penso sia estremamente allarmante.

    ciao,
    nik

    By Anonymous Anonimo, at 12:44 AM  

  • http://www.rischiocalcolato.it/2011/12/le-politiche-da-evitare-per-uscire-dalla-crisi.html

    By Anonymous Anonimo, at 6:33 PM  

  • Mah..... Murray Rothbard è agli antipodi di Keynes e quindi di Bernanke.
    Personalmente sono con Keynes e Bernanke (il quale è stato in ambito universitario un insigne studioso della crisi del 29.

    By Blogger duca, at 7:11 PM  

  • "Personalmente sono con Keynes e Bernanke (il quale è stato in ambito universitario un insigne studioso della crisi del 29."

    keynes diceva che lo stato doveva accantonare risparmi quando l´economia andava bene e spendere quando andava male. qui la situazione é molto diversa: si sono fatti costantemente deficit e accumulato debito.

    vediamo ora come lo stato ha speso tutti quei soldi. ha distrutto completamente l´economia. non credo che si possa uscire dal problema con lo stesso metodo con cui ci si é entrati (e, per giunta, facendo anche gestire alle stesse persone.)

    sugli economisti accademici: le teorie economiche e finanziarie ora prevalenti (quelle che insegnano nelle universitá) sono fondamentalmente errate. non rispecchiano affatto la realtá.

    un´osservazione dovrebbe almeno far venire un dubbio: tra quelli che sono diventati veramente ricchi investendo non c´é neanche un premio nobel di economia. anzi, quasi nessuno é economista. l´unico che mi viene in mente é marc faber. tutti, compreso faber, criticano le teorie economiche e finanziarie prevalenti.

    se fossero valide, non dovrebbe conseguire che questi gran sacerdoti dell´economia dovrebbero avere un notevole vantaggio nel mondo degli investimenti?

    una spiegazione sarebbe lunga (anche perché serve un approccio multidisciplinare per comprendere cosa genera lo status quo) e, comunque, basta leggere soros, buffett, munger, faber, rogers... peró un dubbio dovrebbe venire.

    nik

    By Anonymous Anonimo, at 11:52 AM  

  • By Blogger Unknown, at 10:04 AM  

  • By Blogger raybanoutlet001, at 9:23 AM  

  • By Blogger حاتم النجار, at 4:18 AM  

  • By Blogger 5689, at 6:42 AM  

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