finanza e politica

martedì, dicembre 02, 2008

Enel: cazzata galattica

Gli amici che mi leggono, sanno che di solito sono misurato, ma sul decreto legge, per la parte energia sono fortemente in disaccordo. In sintesi:
  1. Il futuro si gioca sull'energia e in parte sulle energie rinnovabili
  2. Per questo saranno necessari grandi investimenti
  3. Enel è impegnata sia sul nucleare che sulle energie alternative, e inoltre sta lavorando per la diversificazione delle fonti energetiche.
  4. per di più Enel appartiene al tesoro (azionista di riferimento)
  5. il costo dell'energia è in gran parte dato dal costo delle fonti energetiche impegnate (carbone, petrolio, metano) e dal costo degli impianti. Su questi aspetti è impossibile intervenire
  6. La politica energetica ha tempi lunghi e necessita di forti investimenti
  7. Tramite l'Enel lo stato può orientare i propri investimenti pensando al futuro dell'energia italiana e non secondario, creare occupazione
  8. Per tutto questo non si capisce perchè in questo momento penalizzare il "campione italiano" del settore insieme a tutto il settore. Se lo si fa in nome di una liberalizzazione teorica e velleitaria che in altri paesi sta creando grandi problemi di approvigionamento (vedi USA) l'idea è del tutto miope.

Il governo ha altri strumenti, ad esempio decidere di reinvestire gli utili di Enel e ridurre il dividendo, ma spingendo Enel e tutto il settore ad investire verso il futuro.

Tutto questo senza considerare che c'è un'autority (allora aboliamola e facciamo prima) ed è in atto una riduzione delle materie prime che permette ai gestori di ridurre i costi. (personalmente ho appena aderito all'offerta di Enel Energia che mi garantisce ilprezzo bloccato per 2 anni. E allora che bisogno c'era in questo momento di fare un decreto pasticciato e senza visione del futuro.

Attento caro Tremonti che se anche i tuoi sostenitori (lo sono da tanto tempo perchè condividevo le azioni e l'inteligenza dell'uomo, e più volte l'ho espresso su questo blog) non capiscono allora vuol dire che non c'è più coerenza.

Infine una riflessione sui mercati: gli annunci, e le retromarcia (stile Paulson) sono dannosissimi per la credibilità dell'esecutivo e per la stabilità dei mercati che in questo momento non hanno certo bisogno che anche il Governo si metta un giorno a dire di comprare Enel e Eni e l'altro a fare una politica avversa alle stesse aziende.