finanza e politica

martedì, maggio 22, 2007

Riuscirà il consumatore americano a reggere ancora la crescita mondiale?


In questi giorni sono in corso i colloqui tra i ministri economici di Cina e USA. Gli USA chiedono di svalutare lo yuan e la Cina, invece, vorrebbe fare solo manovre di facciata, senza intaccare il trend di fondo. Come finirà?
Difficile dirlo, ma si può fare un ragionamento diverso: valutare la situazione su un'altro piano. In sintesi e semplificando potremmo dire che ci sono due possibili visioni dell'economia e più in generale della storia. Una propende per una storia determinata dai vertici. Dove gli avvenimenti economici accadono perchè i poteri forti li determinano o almeno li indirizzano nelle direzioni volute.
L'atra visione è diametralmente opposta: gli eventi macroeconomici di grande portata sono di fatto ingovernabili dalle oligarchie ed avvengono secondo il libero concatenarsi di eventi determinati da un numero troppo grande di persone ed imprese, talmente grande da non essere controllabile, ne dai governi ne dalle banche centrali.

Questa lunga premessa per dire che se uno sposa la tesi n° 1 sarà abbastanza tranquillo, e punterà su un accordo dei vertici e sulla stabilità dei mercati, con una sostanziale tenuta del rialzo. (in fondo nessuno stato vuole vedere crisi).
Se si abbraccia la tesi n° 2, si deve mettere in conto qualsiasi avvenimento, dalla ascesa verticale fino al peggiore dei ribassi. Il motivo è semplice: siamo arrivati al momento cruciale, nei prossimi 2 o 3 mesi il consumatore americano deciderà se diminuire drasticamente i consumi e portare l'america in recessione e di conseguenza ridurrre fortemente la domanda aggregata di beni a livello mondiale o continuare a spendere sostenendo un import di beni da tutto il mondo.

Personalmente propendo per la seconda tesi. I grandi economisti e i banchieri centrali hanno sempre cercato di orientare l'economia nel tentativo di stabilizzarla verso una crescita continua ma fino ad ora non è mai accaduto. L'economia pur espandendosi nei secoli, ha sempre vissuto crisi ciclice. Nei prossimi mesi la decisione non la prenderà un vertice di banchieri o di ministri. La decisione la prenderanno milioni di consumatori stratunitensi che decideranno se continuare a indebitarsi e consumare sostenendo l'economia mondiale, o se stringere la cinghia e avviare il ciclo recessivo.
In fondo anche questa è democrazia.

2 Comments:

  • Lungi da me l'essere esperto di economia.

    La preoccupazione che avrei io se fossi americano (ma forse non l'avrei perchè non avrei "testa italiana") è la continua importazione a dismisura dall'estero, China in primis.

    Mesi fa mi trovavo a casa di un amico nello Utah e discutevo proprio su questo aspetto: anni fa era facile trovare T-Shirt Made in USA, oggi è praticamente impossibilie.

    Un aneddoto: sono appassionato di car stereo e seguo parzialmente quel mondo dal 1990. Al tempo le elettroniche migliori in quel campo erano a marchio USA e ricorco benissimo la scritta "Proudly Made in USA".
    Cosa resta oggi di quell'orgoglio di una volta visto che TUTTE quelle elettroniche sono made in China?

    L'americano, patriota da sempre, sembra non esserlo in questo caso, dove ruolo fondamentale riveste esclusivamente il prezzo finale del prodotto. Che poi sia fatto in China (sfruttando manodopera infantile e bypassando i normali diritti civili), con materiali spesso scadenti e magari anche nocivi alla salute, poco importa. It's cheap.

    By Anonymous Anonimo, at 8:42 AM  

  • Salve a tutti i lettori. Gent.le Cristian, lei ha proprio ragione. Ormai gli USA producono poco e niente in loco. Fintanto che si seguiranno criteri economico-finanziari per effettuare scelte, "the proud" sarà tenuta in secondo piano.

    Tornando al discorso del post, anch'io sarei per un ulteriore sostegno all'economia da parte di quegli "spendaccioni" degli americani. Ma questo non avverrà di certo senza l'aiuto della FED. Il costo del denaro deve diminuire. E' la conditio sine qua non per vedere ancora livelli di consumo importanti a sostegno della domanda aggregata.

    Infine la questione Yuan. Be' se salisse sarebbe una gran cosa. Speriamo che la Banca Centrale cinese assecondi questa circostanza.

    By Anonymous Anonimo, at 9:40 PM  

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